Agni, il fuoco gastrico nello Yoga

AGNI IL FUOCO GASTRICO NELLO YOGA

Oggi parliamo di Agni, nella sua declinazione di fuoco gastrico nello Yoga.

Agni nella tradizione vedica

Nella tradizione vedica, la più antica testimonianza del mondo indoeuropeo, molti sono i riti, che convergono in un unico gesto: offrire qualcosa nel fuoco. Agni dunque è luce, svaha.

I vedici avevano compreso che esiste un male metafisico, insito in ciò che è costretto a distruggere qualcosa per sopravvivere. Per questo per il sistema millenario dello Yoga lo stesso fuoco gastrico distrugge sia fisicamente il cibo per nutrirci, sia sottilmente ciò che dobbiamo “digerire” nella coscienza.

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Holi Festival

Tutte le forme divine abitano il fuoco: è Rudra quando appena acceso e fa fumo, è Varuna quando arde, diviene Indra quando divampa ed infine è Mitra quando si abbassa. Ma è Brahaman solo quando è luce intensa, senza fiamma.

Il ruolo di Agni nella pratica yogica

Brahman è l’unità cosmica, e lo yogi durante la pratica vuole “bruciarenell’unità.

Il Brahman o la sua conoscenza non sono differenti in essere assai potenti come Vamadeva o negli assai meno potenti uomini attuali. Si può avanzare il dubbio che però negli uomini attuali il frutto della conoscenza del Brahman sia incerto.

– SANKARA, Brhadaranyakopanisadbhasya –

Agni e l’Ayurveda

Esistono tredici tipi di agni, ed il più importante è jatharagni, che si trova nello stomaco e digerisce il cibo. Questi trasforma le sostanze esterne in nutrimento per il corpo e la mente, e gli scarti come le tossine, che vanno espulse. Nell’Ayurveda, la medicina tradizionale indiana, il concetto di agni include anche la secrezione e l’azione sul bolo alimentare dell’acido cloridrico, degli enzimi intestinali, degli acidi e degli alcali biliari.

Se l’energia di agni è debole, è probabile che si verifichi un cattivo assorbimento degli elementi nutritivi, creando anche disturbi digestivi. Se invece agni è in equilibrio il cibo digerito dà nutrimento agli organi, genera forza, energia e stimola le difese immunitarie.

Pratica per rafforzare Agni

Vediamo insieme una pratica yoga specifica per migliorare il fuoco interno ed equilibrarlo: Agni il fuoco gastrico nello Yoga.

Iniziamo la pratica seduti in posizione comoda, siddhasana. Poniamo l’attenzione sulla postura, le densità del corpo, il flusso del respiro, l’aria che entra nelle narici.

Cominciamo a controllare il flusso del respiro rendendo lenta e profonda l’inspirazione e l’espirazione. Ogni pratica inizia con Nadi Suddhi, la respirazione alternata per la purificazione dei canali energetici.

Asana 1. Seduti in posizione comoda uniamo le piante dei piedi allontanando le gambe fino a formare un quadrato. Inspiro, allungo la schiena ed espirando scendo lentamente con la schiena fino a toccare terra con la fronte. Le braccia possono essere lungo le gambe o delicatamente poste sotto le gambe, gomiti piegati verso l’esterno. Manteniamo per 10 respiri.

Asana 2. Vajrasana con le mani incrociate dietro la schiena, palmi rivolti verso il basso. Inspiro ed espirando scendo lentamente con la schiena fino a toccare il mento sulle ginocchia o a terra. Le braccia salgono verso l’alto con i gomiti distesi. Manteniamo per 10 respiri.

Asana 3. Vajrasana e mudra del fuoco. Distendo le dita e poggio il pollice alla base del mignolo e anulare. Manteniamo l’asana per qualche minuto, concentrandoci sulla densità prima delle gambe e del busto e poi aumentiamo l’ascolto a tutto il corpo.

Asana 4. Vasisthasana, la panca laterale. Eseguiamo un planche laterale sia sul lato destro sia sul sinistro, gambe unite e braccio opposto a quello a terra in alto. E’ una posizione che dà forza, equilibrio, sicurezza in se stessi. Manteniamo ogni lato 10 respiri. Se diventa troppo intensa sciogliamo e riposiamo.

Asana 6. Ardha Matsyendrasana. La torsione della schiena laterale. Distendi le gambe, piega la gamba destra e porta il piede oltre la sinistra. Poggia il gomito sinistro sul ginocchio destro e dopo una inspirazione espirando ruota la colonna verso destra. Manteniamo l’Asana per almeno 10 respiri e ruotiamo dall’altra parte. Le posture di torsione lavorano sull’eliminare le tossine del corpo, con lo strizzamento degli organi interni alla zona addominale, mobilitare la colonna e dare spazio tra le vertebre.

Fase finale Pranayama e rilassamento

Pranayama Suryabheda. Il respiro solare. Questa tecnica respiratoria è utile per attivare pingala nadi, aumentare il flusso di energia vitale, stimola il sistema nervoso dando calore al corpo, migliora la digestione. Rende la mente vigile, espande la gabbia toracica favorendo il lavoro del cuore. Inoltre decongestiona i polmoni e pulisce i seni nasali.

TECNICA:

Siediti in una posizione comoda seduta, con la schiena diritta.

Con la mano destra fai Vishnu Mudra porta indice e medio a contatto con il palmo o mantienile distese al centro tra le sopracciglia, e distendi pollice, anulare e mignolo. Le dita distese ti servono a chiudere in maniera alternata le due narici. Chiudi la narice sinistra con il mignolo e l’anulare, inspira dalla narice destra.

Poi chiudi anche la narice destra, con il pollice e trattieni il respiro. Apri la narice sinistra alzando anulare e mignolo ed espira dalla narice sinistra. Richiudi la narice sinistra e ricomincia un nuovo ciclo inspirando a destra.

Una versione più avanzata prevede dopo l’inspirazione il kumbhaka in Jalandhara (mento verso lo sterno) per qualche secondo e Mula bandha.

Asana finale Shavasana , la posizione distesa rilassata. Abbandona ogni controllo del corpo e del respiro e lascia andare le tensioni, calma la mente e ristora il corpo per qualche minuto, almeno 10 minuti.

Ricorda che la pratica Yoga è rivolta a un corpo e mente sana, per qualsiasi controindicazione rivolgersi ad un insegnate ed a un medico.

Agni il fuoco gastrico dello Yoga.
Puoi approfondire il tema del rinnovamento interiore leggendo l’articolo sull’Holi Festival:

http://officiocreativo.it/2020/02/06/holi-festival/

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